Supercomp testato presso Università Tecnica

Principalmente vale: tanto più misti sono gli scarti, tanto più facilitato sarà il processo di compostaggio. Al contrario, tanto più omogenei gli scarti, più difficile sarà tale processo. Così dimostrano sperimenti di compostaggio tradizionale a cumulo che la trasformazione in compost con soli scarti d’arancia (in questo caso provenienti dalle produzioni in eccesso della Sicilia), vi è stato possibile soltanto con l’aggiunta di 2/3 di altri scarti.

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Compost con gelo e neve

Il cumulo del compost si congela a temperature permanenti inferiori a 0° C. Gli organismi che esistono da milioni di anni svernano da soli o attraverso la prole, ad esempio i preziosi vermi del compost attraverso i bozzoli (uova di verme) che si schiudono quando la temperatura si riscalda in primavera da 6° C (temperatura ideale all’interno del cumulo per i bozzoli: 25°C).

ATTESTATO JOANNEUM RESEARCH, GRAZ – AUSTRIA

Il rinomato istituto JOANNEUM RESEARCH Graz, Austria – www.joanneum.at – ha effettuato per 12 settimane studi empirici sulla praticità e l’efficienza dei singoli componenti di compostaggio SUPERCOMP. Il risultato evidenzia che durante un processo di compostaggio di 12 settimane, la riduzione del volume era del 80% (con la riduzione dei componenti degli scarti del 64%).

Premessa: I principali componenti innovativi del sistema SUPERCOMP sono i dispositivi di scorrimento che agiscono come ali di scorrimento per rallentare il flusso di materiale verso il basso, garantendo così un processo di compostaggio continuo con un’aerazione verticale ottimizzata. Le superfici selezionate e gli angoli di inclinazione delle ali scorrevoli portano alla formazione di linee di sostegno nel materiale in decomposizione entro le prime 6 settimane.

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INCREMENTO DELLA PRODUZIONE DI COMPOST

“CHI LOTTA CONTRO LA NATURA, CHI NON SEGUE LE SUE REGOLE, ALLA FINE SARÀ SCONFITTO”

Sempre più persone fanno questa esperienza in un momento in cui tutto sembra essere tecnicamente fattibile e tutto è in vendita.

Anche la fertilità del suolo sembrava essere in vendita senza limiti dopo che Justus von Liebig (1803 – 1873) aprì la strada a una fiorente industria di fertilizzanti minerali. Nel frattempo, le rese agricole sono aumentate e si sono stabilizzate a un livello elevato, ma alcuni elementi dell’equilibrio naturale si sono sbilanciati a causa della fertilizzazione unilaterale e delle monocolture rese possibili.

I fertilizzanti chimici azotati portano a un’alimentazione forzata delle piante e a una crescita che non corrisponde ai nutrienti del terreno. Le conseguenze sono la lisciviazione, l’impoverimento dei nutrienti, la diminuzione dell’humus, la salinizzazione e i problemi di erosione associati. In molte aree un tempo molto fertili, questi problemi stanno già minacciando l’esistenza. Uno degli esempi più tristi è la devastazione delle enormi aree di monocoltura del cotone in Uzbekistan e Turkmenistan.

Allo stesso tempo, si continuano a produrre enormi montagne di rifiuti che contengono preziose materie prime in attesa di essere utilizzate.

Una di queste “materie prime” sono i rifiuti organici che, opportunamente trattati, danno origine al compost. È chiaro che i fertilizzanti industriali non possono e non devono essere sostituiti. Ma è altrettanto chiaro che il loro uso deve essere più moderato. Il compost è un’alternativa ai fertilizzanti e un ammendante.

L’aumento della produzione e dell’uso del compost è quindi un’alternativa sensata, adatta almeno a ridurre il problema dei rifiuti.

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